Restauro strumenti vintage

Un'incredibile clarinetto Selmer centered tone del 1955 acquistato nel 2022 negli USA, ritrovato in condizioni originali di fabbrica. Ho la quasi totale certezza che questa, dopo 68 anni, è la sua prima revisione totale. Una storia davvero incredibile!! 


Era il 1972 quando la Selmer costruì questo sax alto MarkVI che fu acquistato in Italia da un Maestro che lo suonò per circa 20 anni in orchestra. Quando un infarto lo costrinse a non poter più suonare, vendette lo strumento ad una signora che lo suonò per 10 anni circa prima di emigrare in Brasile, precisamente a Bahia, portando con se il sax. Pochi anni fa, la signora rientrata in Italia vendette lo strumento all'attuale proprietario, ma versava in condizioni pietose perchè negli ultimi anni sia la salsedine che l'inutilizzo furono fattori logoranti. Questa è la storia che mi è stata raccontata e che voglio condividere con voi perché è impressionante quante storie si nascondo dietro ogni singolo strumento e noi delle volte non ne sappiamo nulla! Ho dato tutto me stesso per rendere bellissimo questo sax che sembrava non avere più speranze: fusto piegato in avanti, ammaccature, camini fortemente dislivellati ecc ecc ( la cosa troppo bella è che aveva ancora i suoi cuscinetti originali ). Come da richiesta del proprietario è stato slaccato, passata una finitura satinata molto sexy ed ho sostituito tutto, incluso le madreperle, tamponi, molle, sugheri, feltri.... Insomma... è ritornato un giovincello con 50 anni tondi di esperienza. Vi lascio queste immagini in sequenza che sono il frutto di tutto il mio lavoro eseguito su questo sax, che non aspettava altro che rientrare in Italia. Qui trovare un breve video di come suona!


Se Adolphe sax fosse tra noi ancora oggi prenderebbe a calci in cul* chiunque tratti male uno dei suoi figli, come ad esempio questo king super20 full Pearl del 1947 che è stato maltrattato in maniera inaudita, anziché essere trattato con rispetto com'è giusto che sia. Si perché la gente per soldi fa(rebbe) di tutto, anche rovinare strumenti ormai considerati rari e preziosi come questo. Attack sul fusto per incollare pezzi di tappi di sughero così a caso, graffi ovunque, saldature pulite malissimo, tazze storte, camini storti e chi più ne ha più ne metta. Da oggi per questo sax, residente attualmente in provincia di Pescara, inizia una nuova vita con un proprietario che lo ama alla follia e che lo tratterà con la dignità che merita. 


Cinque minuti di video possono sembrare tanti, ma in relazione ad un mese di lavoro sono una fesseria. Ci sono voluti esattamente trenta giorni per ultimare il restauro di questo bellissimo sax tenore Martin committee III del 1954. Era in condizioni pietose, anche se dalla prima foto che vedrete in video non sembra affatto così e rimettere al proprio posto ogni singola componente danneggiata non è tra i lavori più semplici che possano capitare. Sono orgoglioso del mio lavoro e sono grato ai musicisti che capiscono quanto sacrificio c'è dietro un restauro del genere. 


Anno nuovo, vita nuova. Letteralmente lo è stato anche per questo sax tenore Borgani degli anni '80, anche se in realtà il lavoro è stato ultimato alla fine di dicembre. Lo strumento in questione era rimasto per 15 anni inutilizzato e come per tutte le cose in cui ci sono emozioni di mezzo, prima o poi ritorniamo a desiderarle e ad apprezzarle più, specie se questo strumento te lo hanno regalato i genitori magari facendo enormi sacrifici. Non è un mio strumento, ma mi sono subito immedesimato nel pensiero del mio cliente, essendo che anche i miei genitori fecero debiti per acquistare il mio primo sax. In questa sequenza di immagini trovate tutto quello che ho fatto per questo strumento da quando ho aperto la custodia fino a quando l'ho collaudato. Non c'è da meravigliarsi sul fatto che fosse tutto bloccato e che quasi tutte le viti non camminavano. C'è voluto un bel pò di tempo ma come disse il topo alla noce... dammi tempo che ti buco ( per i siciliani "rammi tiempu ca ti pirciu) Sono dovuto ricorrere a metodi poco ortodossi per salvare il salvabile, come segare alcune viti perno lunghe, ma non vi era altra soluzione. Per mia fortuna grazie a Borgani saxophones, azienda con la quale collaboro ormai da tempo, sono riuscito a reperire le stesse viti perno che si utilizzavano per questi sassofoni salvandomi in calcio d'angolo e soprattutto risparmiando parecchie fatiche. L'intero corpo è stato slaccato, tolta ogni singola e minuscola ammaccatura e una bella finitura satinata a fine lavorazione. Anche le chiavi sono state spazzolate per un aspetto finale ancora più bello.Ogni singola componente logora è stata sostituita: tamponi, molle, feltri, sugheri e madreperle. Alla fine della fiera quando l'ho provato sono rimasto incredulo, un suono così potente da dargliene di santa ragione anche a sax blasonatissimi! A dimostrazione di ciò nei prossimi giorni caricherò un video in cui ve lo farò ascoltare per rendervi partecipi di quello che vale, seppur sottovalutato, questo sax. 


Tempo fa vengo contattato da un cliente che mi chiese se fosse possibile restaurare il vecchio clarinetto del padre. Ho voluto visionarlo e decisi di prendere in carico la proposta anche se lo strumento, come normale che sia, era in condizioni disastrose. Non mi do per vinto e la prendo come una sfida personale.
Ci troviamo nel 1934 ed il padre del mio cliente, allora ventenne, compra di seconda mano questo clarinetto. Ora, non riesco a risalire ad una data esatta di produzione, ne la fabbrica che lo produsse in quanto il marchio impresso sulla parte terminale dello strumento, risulta abbastanza deteriorato. Le uniche cose visibili sono una specie di stemma ministeriale e la scritta "VERONA"; non riesco a decifrare altro. Anzi se ci fosse qualche esperto, che si faccia avanti...
Il legno era evidentemente usurato dal tempo e dall'attacco di tarli/termiti che lo hanno fortemente indebolito. Una volta riuscito a denudarlo dalle chiavette e dalle colonnette (operazione piuttosto dolente data la grande ossidazione delle viti) mi sono concentrato sul ripristino del legno. Ho fresato tutti i fori che era smussati e ho risanato le varie crepe presenti. Due in particolare: una sul tennone superiore in cui ho dovuto inserire un perno di acciaio come rinforzo e l'altra sulla campana, praticamente spaccata in due come una mela.
Ho lasciato il legno cosparso di olio per circa 20 giorni in modo che i pori venissero colmati e il legno ravvivato anche del suo bel colore. Per quanto riguarda chiavette e colonnette è stato possibile riesumare parzialmente la vecchia argentatura, rimuovendo con molta cura le ossidazioni. Ho rimontato il tutto con i precisi accorgimenti e fine del gioco.
Detto cosi sembra un lavoretto di qualche giorno, ma in realtà ci sono voluti mesi. Non c'è valore economico dietro questo strumento ma un grande valore affettivo che una persona qualunque non potrebbe capire se non il proprietario stesso.


Questo evette&schaeffer, che all'impatto può sembrare un sax di poco conto, data la sua non giovane età, ha una meccanica abbastanza comoda e un suono potentissimo!
Dalle condizioni in cui mi è arrivato, fino alla fine ho dubitato che riuscissi a farlo suonare.
Nello specifico i problemi che presentava erano:
- fusto leggermente piegato in avanti
- vite a perno lunga della mano sinistra (30 cm) completamente storta, il che non permetteva alle chiavi di svolgere la loro naturale corsa.
- qualche ammaccatura qua e là, ma quella più invasiva sulla culatta.
- ritamponatura totale con tamponi Pisoni waterproof, e quindi feltri e sugheri nuovi.
Per volere del proprietario campana e culatta sono state slaccate ed il fusto e il chiver lasciati nel loro stato naturale di invecchiamento. Una scelta di gusti personali, ma volta a distinguere le due fasi di vita dello strumento.